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  • Hai dolore? Dove Corri? Fermati e Respira

    FERMATI E RESPIRAIeri ho preso in mano l’autobiografia di A.T. Still, il fondatore dell’osteopatia (puoi leggere qui un mio articolo che parla anche di lui) e in prima pagina avevo scritto qualche anno fa: “Colui che ama l’uomo ama l’arte”. Ippocrate. È una frase che mi piaceva molto allora, e che mi risuona anche oggi, nonostante siano passati alcuni anni e non la ricordavo più.

    Da questa frase ho iniziato a ragionare e l’ho collegata a ciò che dico spesso ai miei pazienti quando mi chiedono chi sia per me un paziente: “Chi è un paziente? È un individuo unico e per questo sacro. È una persona che ride, che piange, che pulsa, che vive”.

    Questo è quello che mi ha trasmesso uno dei miei professori di osteopatia. A un esame con questo professore, ci siamo poi messi a discutere sul significato di questa frase e alla fine mi ha domandato: “Che cosa vuoi fare da grande?” Io risposi: “L’osteopata, se ne avrò le capacità. Voglio aiutare i pazienti a ritrovare la loro vera natura, quella profonda”. Lui mi guardò e mi disse: “È la cosa più nobile che puoi fare, e solo per il fatto di pensarla puoi certamente farla”.

    Ognuno di noi è un individuo unico e per questo sacro.

    La cosa incredibile è che nasciamo unici e poi passiamo il tempo a uniformarci agli altri, a voler sembrare o essere qualcun altro, a voler occupare il posto che non è il nostro, perché pensiamo che sia meglio.

    Molto spesso gli anziani che tratto – i più saggi- si confidano e mi dicono che hanno fatto delle scelte nella vita senza nemmeno davvero saperne il perché, ma poi, più avanti, ripensandoci, hanno veramente capito cosa avrebbero voluto fare e/o essere. Quando magari vanno in pensione, o hanno la fortuna di avere tempo libero, si rendono conto di quello che piace loro veramente fare o come sono nel profondo.

    Ovviamente, chi è felice e realizzato è colui che ha seguito il cuore, che ha seguito la sua vera natura e ha realizzato delle cose secondo i propri desideri.

    chi è un pazienteQuando dico che il paziente: “È una persona che ride, che piange, che pulsa, che vive”, intendo che anche la parte emotiva di ognuno di noi è fondamentale per comprendere chi siamo e quanto le nostre emozioni ci influenzano.

    • Che ride: ovviamente penso a tutti i momenti belli che ognuno di noi vive.
    • Che piange: penso sia ai momenti tristi che a quelli di super felicità che ti portano a piangere.
    • Che pulsa: intendo le tue motivazioni più grandi; quali sono le tue passioni, la tua scintilla, la tua missione di vita. Perché sei venuto su questa terra, in questo momento storico, in questo contesto, in questa famiglia: non di certo solo per mangiare, bere e sporcare, ma sono sicuro che il disegno più grande sia altro. Sta a te scoprirlo, e seguirlo.
    • Che vive: intendo di essere presenti al 100% a noi stessi, di essere consapevoli di quello che facciamo e di seguire la nostra vocazione e dare agli altri una parte di noi, in un gesto, in un pensiero. Condividere!

    Una volta qualcuno disse: “Pensa a una finale di coppa del mondo del tuo sport preferito, tu sei sugli spalti: tutto fantastico, la tua squadra vince tutto, partita stupenda e tu festeggi alla grande. Poi, ad un certo punto, ti rendi conto che sei l’unico allo stadio e stai festeggiando da solo. È bello?”

    No, non avrebbe senso tutto questo. Questa è la tua vita: se non festeggi e non condividi con le persone care i tuoi obiettivi, i tuoi risultati, i tuoi traguardi… che senso avrebbero? Se capitano, anche le sconfitte vanno condivise, è un modo per superarle.

    la tua anima di bambinoScopri la tua anima, cercala, anzi ri-trovala, perché è solo coperta da un po’ di polvere, è stata lì da quando sei bambino ad adesso, ad aspettare che ti rendessi conto che la stai trascurando.

    Perché ho scritto tutte queste cose? Perché, per fatalità, uno tende a riscoprire queste parti profonde di noi quando soffre. Quando ha un dolore.

    Ripeto: quando ci si avvicina di più a quello che siamo nel profondo?

    Quando abbiamo un dolore… quando per esempio, fino al giorno prima trascuriamo un fastidio che abbiamo da tempo, prendendo antidolorifici o altro, e poi un bel giorno non ci si alza più dal letto, oppure si rimane bloccati abbassandosi a prendere le scarpe o a prendere la borsa. In questo preciso momento, è come se ci prendessimo un pugno in faccia dalla realtà e ci si rendesse conto che tutto quelle cose che fino al giorno prima erano scontate e banali diventano impossibili da fare.

    Il bello è che non devi resistere al dolore, ma devi comprendere cosa non va nella tua vita, il perché da un giorno all’altro ti blocchi come un soprammobile di marmo.

    Cosa questo dolore vuole dirti? Cosa vuole comunicarti?

    Fermati e RespiraÈ come se il tuo corpo e  la tua anima ti dicessero: “Oh, fermati, per farmi ascoltare cosa devo fare? Devo bloccarti per forza? Dove corri?”

    Sai cosa dovresti fare? Dovresti per prima cosa respirare e capire chi sei e a che punto sei. Non correre, fermati e respira. Prenditi il tempo per vivere. Scopri la tua anima.

    La cosa bella del mio lavoro è conoscere molte persone e riuscire a vederle come sono veramente: non come si vedono loro, ma come possono essere senza coperture o senza limiti mentali che ci creiamo per proteggerci, non dagli altri, ma da noi stessi, dal nostro vero potere.

     

     

     

     

     

  • DOLORE, FASE ACUTA
  • Testimonianza Brutta, Cruda e Triste

    scegliere, direzione, cambiareTestimonianza successa veramente!

    Cosa succede a trascurare un piccolo problemino alla schiena? Tanto pensiamo che le sfighe succedano sempre agli altri e mai a noi!

    PREMESSA:

    Anni fa viene in studio un ragazzo (che conosco benissimo da quando eravamo bambini perché facevamo ginnastica insieme), con una problematica alla schiena , un’anterolistesi (uno scivolamento di una vertebra sull’altra, in avanti).

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  • Cosa Serve Per Curarsi?

    curarsi, guarire
    Qualche giorno fa stavo facendo un trattamento con una paziente e, per aiutarla, le ho raccontato un aneddoto della mia vita accaduto 20 anni fa che riguardava la salute. Da questo racconto è nato un dialogo stupendo e profondo sull’importanza di ciò che è fondamentale nella vita, e delle poche cose che ci servono per vivere una vita stupenda e ricca di bellezza.

    Ad un certo punto mi viene chiesto se secondo me chi ha tanti soldi ha la possibilità di curarsi di più o meglio, e se in certi casi può salvarsi perché ha tanti soldi.