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  • I 5 nemici del Padel e l’utilità dell’osteopatia metodo Reverse Aging®

    Una rivista mi ha chiesto un articolo riguardante i principali traumi nel Padel, e come il mio metodo di lavoro può intervenire. Buona lettura.

    Seguendo e trattando sportivPadeli di qualsiasi livello – dalla medaglia d’oro olimpionica al signor Mario che decide di giocare a Padel con gli amici dopo 30 anni di scrivania – di traumi e di situazioni diverse ne ho viste veramente tante.

    Nel Padel gli infortuni principali sono, in ordine di frequenza:

    1- gomito (epicondilite),

    2- caviglia (distorsioni e instabilità),

    3- rachide lombare (dolore e blocco articolare),

    4- spalla (dolore e limitazione funzionale)

    5- ginocchio (dolori e instabilità articolare).

    1- Epicondilite – o gomito del tennista – è un dolore alla parte esterna del gomito, che porta addirittura ad abbandonare l’attività se trascurata perché non si riesce a tenere in mano la racchetta dal dolore. Deriva da una mancanza di mobilità di spalla o del polso e il gomito fa un lavoro eccessivo: tutto ciò, unito ai microtraumi ripetuti, porta a un’infiammazione a livello dell’epicondilo, appunto epicondilite.

    2- I traumi di caviglia sono dovuti alla mancanza di mobilità articolare che, sommata ai cambi di direzioni continue durante il gioco, va a interessare le zone legamentose della caviglia. Bisogna migliorare in primis la mobilità articolare e poi ridare stabilità anche con lavori di propriocettività.

    3- La zona lombare è molto sollecitata per le rotazioni del tronco e per i movimenti improvvisi delle situazioni di gioco; se manca mobilità o ci sono delle problematiche non risolte, continuando a “giocarci sopra” la situazione diventa sempre più di rigidità fino ad arrivare a sfociare in patologie ben più serie.

    4- Per quanto riguarda la spalla, nel Padel è molto sollecitata, basti pensare al grande lavoro che devono fare la colonna e la spalla quando si fa una bandeja o un vigora o uno smash. Se manca mobilità, il movimento oltre a non essere corretto, può portare lesioni muscolari (interessamento della cuffia dei rotatori ), tendiniti, e lesioni legamentose.

    5- I ripetuti cambi di direzione e le frenate brusche quando si arriva sulla palla, oltre che le caviglie, interessano anche le ginocchia. Se viene trascurata la mobilità e l’ascolto dei primi segnali o disturbi che il corpo ci invia, si potrebbe arrivare a lesioni dei menischi e a problematiche dei legamenti collaterali (mediale o laterale) o addirittura ai crociati.

    L’obiettivo di questa analisi dei traumi del Padel, è quello di farti usare la testa, non solo per la tecnica e la tattica di gioco, ma anche di fare delle cose sensate di prevenzione per continuare a divertirti sul campo!

    Spero tu abbia tratto degli spunti di riflessione e ti sia venuta la voglia di fare un’analisi della tua situazione attuale della postura per migliorare la tua salute e il TUO PADEL.

    Proprio per questo, forte dell’esperienza di più di 20 anni di lavoro seguendo campioni di diversi sport (ginnastica artistica, golf, atletica, etc) ho creato un percorso specifico per la Cura e PREVENZIONE nel PADEL, con dei TEST specifici di mobilità e di recupero.

    Osteopatia Metodo Reverse Aging®️: la sua importanza nel recupero da traumi e nella prevenzione.

    Durante il gioco, il corpo può subire traumi che portano ad avere dolore o blocchi di mobilità articolare. Questa cosa è anche reciproca, cioè blocchi di mobilità di una zona possono portare ad avere traumi da un’altra parte del corpo. Per questo è importante sia curare un disturbo, un dolore,  sia lavorare molto sulla prevenzione per migliorare la qualità del nostro movimento e della nostra vita. 

    L’osteopatia diventa fondamentale in questa situazione, con l’obiettivo di intervenire nella fase acuta del problema. Questo periodo iniziale è cruciale per ridurre il dolore, dove occorre ripristinare la corretta mobilità e di conseguenza la circolazione sanguigna, e consentire una guarigione ottimale.

    È particolarmente importante nella gestione di disturbi come mal di schiena (zona lombare e cervicale) e problemi articolari (gomito, caviglia, spalla e ginocchio) che sono molto frequenti nel Padel. 

    Il corpo, in tutta la sua intelligenza, cerca di adattarsi e compensare i blocchi per evitare il dolore, ma c’è un punto in cui il disagio diventa evidente. Il metodo Reverse Aging®️ si concentra prima su questa “fase acuta” offrendo un approccio mirato e specifico per affrontare e recuperare la salute ottimale.

    La gestione attenta di questo stadio iniziale può fare la differenza nel percorso di guarigione e recupero, aiutando gli appassionati di Padel a tornare in campo nel minor tempo possibile e con una maggiore stabilità ed equilibrio. Un consiglio: non fare l’errore di tante persone che pensano “Come è arrivato questo dolore, passerà!” Perché se la tua automobile ha un problema, il problema non passa da solo!”

    Il PERCORSO PADEL che ho creato, ha degli step specifici in base alle tue esigenze.

    Se vuoi saperne di più clicca qui e trovi i miei contatti.

    Buon PADEL!

     

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  • Hai dolore? Dove Corri? Fermati e Respira

    FERMATI E RESPIRAIeri ho preso in mano l’autobiografia di A.T. Still, il fondatore dell’osteopatia (puoi leggere qui un mio articolo che parla anche di lui) e in prima pagina avevo scritto qualche anno fa: “Colui che ama l’uomo ama l’arte”. Ippocrate. È una frase che mi piaceva molto allora, e che mi risuona anche oggi, nonostante siano passati alcuni anni e non la ricordavo più.

    Da questa frase ho iniziato a ragionare e l’ho collegata a ciò che dico spesso ai miei pazienti quando mi chiedono chi sia per me un paziente: “Chi è un paziente? È un individuo unico e per questo sacro. È una persona che ride, che piange, che pulsa, che vive”.

    Questo è quello che mi ha trasmesso uno dei miei professori di osteopatia. A un esame con questo professore, ci siamo poi messi a discutere sul significato di questa frase e alla fine mi ha domandato: “Che cosa vuoi fare da grande?” Io risposi: “L’osteopata, se ne avrò le capacità. Voglio aiutare i pazienti a ritrovare la loro vera natura, quella profonda”. Lui mi guardò e mi disse: “È la cosa più nobile che puoi fare, e solo per il fatto di pensarla puoi certamente farla”.

    Ognuno di noi è un individuo unico e per questo sacro.

    La cosa incredibile è che nasciamo unici e poi passiamo il tempo a uniformarci agli altri, a voler sembrare o essere qualcun altro, a voler occupare il posto che non è il nostro, perché pensiamo che sia meglio.

    Molto spesso gli anziani che tratto – i più saggi- si confidano e mi dicono che hanno fatto delle scelte nella vita senza nemmeno davvero saperne il perché, ma poi, più avanti, ripensandoci, hanno veramente capito cosa avrebbero voluto fare e/o essere. Quando magari vanno in pensione, o hanno la fortuna di avere tempo libero, si rendono conto di quello che piace loro veramente fare o come sono nel profondo.

    Ovviamente, chi è felice e realizzato è colui che ha seguito il cuore, che ha seguito la sua vera natura e ha realizzato delle cose secondo i propri desideri.

    chi è un pazienteQuando dico che il paziente: “È una persona che ride, che piange, che pulsa, che vive”, intendo che anche la parte emotiva di ognuno di noi è fondamentale per comprendere chi siamo e quanto le nostre emozioni ci influenzano.

    • Che ride: ovviamente penso a tutti i momenti belli che ognuno di noi vive.
    • Che piange: penso sia ai momenti tristi che a quelli di super felicità che ti portano a piangere.
    • Che pulsa: intendo le tue motivazioni più grandi; quali sono le tue passioni, la tua scintilla, la tua missione di vita. Perché sei venuto su questa terra, in questo momento storico, in questo contesto, in questa famiglia: non di certo solo per mangiare, bere e sporcare, ma sono sicuro che il disegno più grande sia altro. Sta a te scoprirlo, e seguirlo.
    • Che vive: intendo di essere presenti al 100% a noi stessi, di essere consapevoli di quello che facciamo e di seguire la nostra vocazione e dare agli altri una parte di noi, in un gesto, in un pensiero. Condividere!

    Una volta qualcuno disse: “Pensa a una finale di coppa del mondo del tuo sport preferito, tu sei sugli spalti: tutto fantastico, la tua squadra vince tutto, partita stupenda e tu festeggi alla grande. Poi, ad un certo punto, ti rendi conto che sei l’unico allo stadio e stai festeggiando da solo. È bello?”

    No, non avrebbe senso tutto questo. Questa è la tua vita: se non festeggi e non condividi con le persone care i tuoi obiettivi, i tuoi risultati, i tuoi traguardi… che senso avrebbero? Se capitano, anche le sconfitte vanno condivise, è un modo per superarle.

    la tua anima di bambinoScopri la tua anima, cercala, anzi ri-trovala, perché è solo coperta da un po’ di polvere, è stata lì da quando sei bambino ad adesso, ad aspettare che ti rendessi conto che la stai trascurando.

    Perché ho scritto tutte queste cose? Perché, per fatalità, uno tende a riscoprire queste parti profonde di noi quando soffre. Quando ha un dolore.

    Ripeto: quando ci si avvicina di più a quello che siamo nel profondo?

    Quando abbiamo un dolore… quando per esempio, fino al giorno prima trascuriamo un fastidio che abbiamo da tempo, prendendo antidolorifici o altro, e poi un bel giorno non ci si alza più dal letto, oppure si rimane bloccati abbassandosi a prendere le scarpe o a prendere la borsa. In questo preciso momento, è come se ci prendessimo un pugno in faccia dalla realtà e ci si rendesse conto che tutto quelle cose che fino al giorno prima erano scontate e banali diventano impossibili da fare.

    Il bello è che non devi resistere al dolore, ma devi comprendere cosa non va nella tua vita, il perché da un giorno all’altro ti blocchi come un soprammobile di marmo.

    Cosa questo dolore vuole dirti? Cosa vuole comunicarti?

    Fermati e RespiraÈ come se il tuo corpo e  la tua anima ti dicessero: “Oh, fermati, per farmi ascoltare cosa devo fare? Devo bloccarti per forza? Dove corri?”

    Sai cosa dovresti fare? Dovresti per prima cosa respirare e capire chi sei e a che punto sei. Non correre, fermati e respira. Prenditi il tempo per vivere. Scopri la tua anima.

    La cosa bella del mio lavoro è conoscere molte persone e riuscire a vederle come sono veramente: non come si vedono loro, ma come possono essere senza coperture o senza limiti mentali che ci creiamo per proteggerci, non dagli altri, ma da noi stessi, dal nostro vero potere.

     

     

     

     

     

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  • Cosa Sono i Riflessi Viscero-Somatici e Somato Viscerali

    Riflesso Viscero-Somatico e Somato-Viscerale

    Metodo REVERSE AGING ®

    In cosa consiste?

    Il 90% delle persone che si reca dall’osteopata ha un disturbo che vuole far passare, un dolore, un sintomo. Quindi il suo obiettivo è risolvere la fase acuta.

    Cos’è la “fase acuta”?

    È l’unica possibilità che il corpo ha per farsi ascoltare.

    Un dolore o un blocco articolare è dato da un insufficiente apporto arterioso (di ossigeno) oppure da troppo sangue in una zona (congestione venosa).
    L’obiettivo dei trattamenti è quello di ripristinare la funzionalità corretta della vascolarizzazione della zona compromessa.

    La fisiologia interna e il funzionamento degli organi influenza, oltre che la salute, la colonna vertebrale e la postura (riflessi viscero-somatici) e, viceversa, il funzionamento della colonna vertebrale influenza il funzionamento degli organi interni (riflessi somato-viscerali).

  • DOLORE, FASE ACUTA
  • Testimonianza Brutta, Cruda e Triste

    scegliere, direzione, cambiareTestimonianza successa veramente!

    Cosa succede a trascurare un piccolo problemino alla schiena? Tanto pensiamo che le sfighe succedano sempre agli altri e mai a noi!

    PREMESSA:

    Anni fa viene in studio un ragazzo (che conosco benissimo da quando eravamo bambini perché facevamo ginnastica insieme), con una problematica alla schiena , un’anterolistesi (uno scivolamento di una vertebra sull’altra, in avanti).

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  • Cosa Serve Per Curarsi?

    curarsi, guarire
    Qualche giorno fa stavo facendo un trattamento con una paziente e, per aiutarla, le ho raccontato un aneddoto della mia vita accaduto 20 anni fa che riguardava la salute. Da questo racconto è nato un dialogo stupendo e profondo sull’importanza di ciò che è fondamentale nella vita, e delle poche cose che ci servono per vivere una vita stupenda e ricca di bellezza.

    Ad un certo punto mi viene chiesto se secondo me chi ha tanti soldi ha la possibilità di curarsi di più o meglio, e se in certi casi può salvarsi perché ha tanti soldi.

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  • Metodo Reverse Aging®, tra 1 anno 10 anni in meno! Sei pronto?

    Mantieniti in salute e ringiovanisci attraverso il Metodo registrato di osteopatia Reverse Aging®. Con costanza tra 1 anno avrai 10 anni in meno.

     

    Qualche tempo fa in studio ho visto uno sportivo, un ragazzo quarantenne con problemi di frequenti distorsioni alle caviglie e dolore lombare.

    Vado subito al nocciolo della questione.

    La prima fotografia rappresenta la sua postura pre-seduta, la seconda invece la sua postura dopo la seduta.

    postura prima del trattamento
    postura dopo il primo trattamento

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Quale magia abbiamo fatto per arrivare a un risultato così eclatante, riportando il Trago (l’orecchio) indietro di 15 centimetri, ovvero nella sua posizione ottimale?

    Nessuna magia, abbiamo lavorato sulla causa del suo squilibrio e in 1 sola seduta la situazione è cambiata completamente. Ti aiuto a comprendere delle cose.

    Prova a pensare allo spostamento di 1 millimetro di “qualcosa” all’interno del corpo, e immagina cosa possa comportare sulla postura: sì, hai letto bene, 1 millimetro. Pensa adesso a 1 centimetro di sbilanciamento del corpo, pensa di 5 centimetri, pensa di 10 centimetri.. e pensa di 15 centimetri! Cosa succede all’interno del corpo? Alla compressione irregolare e non fisiologica sulle articolazioni, alla compressione che subiscono i visceri e al lavoro eccessivo che devono fare per funzionare in modo corretto per portare sangue arterioso e per drenare il sangue venoso.

    Sai che un dolore è dato da un insufficiente apporto arterioso (di ossigeno) oppure da troppo sangue in una zona (congestione venosa)?

    Analizziamo la prima fotografia e cerchiamo di capire a livello degli organi quali possono essere i problemi di un carico in una postura così squilibrata in avanti, una postura anteriore.

    La linea verde rappresenta la linea di carico teorica corretta o linea trago-trocanterica.

    La risultante del carico in una postura corretta cade fra l’ano e i testicoli nell’uomo e fra l’ano e la vagina nella donna, in un punto molto resistente alle pressioni che si chiama perineo.

    Se la postura è anteriore, la risultante del carico cade anteriormente (ovvero in avanti) e aumenta moltissimo la pressione a livello degli organi anteriori del piccolo bacino con tutte le problematiche del pavimento pelvico. Nella donna si avranno problematiche di cistiti, prolassi vaginali, problemi di iperpressione e incontinenza, ernie inguinali (questi sono solo alcuni dei problemi che possono insorgere).

    Negli uomini troveremo invece varicocele, ernie inguinali, problemi di iperpressione e incontinenza, problemi di erezione (solo per elencare i più noti).

    Quindi ti sto dicendo che la fisiologia interna e gli organi funzionano in modo diverso se hai una certa postura? Certamente sì! Per me è normale, ma quando spiego durante la seduta questa cosa ai pazienti e ne prendono consapevolezza, mi guardano come se avessi detto qualcosa di incredibile.

    Il corpo è intelligentissimo e cerca e trova tutti gli adattamenti possibili per non soffrire (fino a quando ce la fa) e solo quando è al limite estremo il corpo “si fa sentire” e “ti fa sentire” un dolore.

    Perché non ascoltiamo mai le sensazioni del nostro corpo? Perché se abbiamo un dolore, pensiamo: “Come è venuto poi passerà?”

    Facciamo un esempio: se tu buchi la gomma della macchina, pensi che continuando a usarla o a usarla un pò meno (“Sono stato un po’ a riposo ma non è cambiato il dolore”- sono le cose che mi sento dire dai pazienti-) la gomma ruota si aggiusti da sola? Come fa da sola a togliersi il chiodo, chiudere il buco e rigonfiarsi alle giuste atmosfere? E perché il corpo dovrebbe fare lo stesso? Ti ho scritto poche righe fa che i corpo prima di farti sentire un dolore compensa in tutti i modi e solo in casi estremi ti fa sentire che ha bisogno un meccanico (osteopata!). Quando hai un dolore ascolta il tuo corpo! Vieni subito in studio a fare la manutenzione urgente alla super-macchina che sei!

    Queto è il primo punto che devi affrontare quando hai in dolore, e credimi che non stai facendo una cosa da super eroe, stai facendo il minimo necessario per riportarti a una situazione di  sufficienza. Diciamo che questa prima fase la chiamiamo risoluzione della fase acuta e si protrae fino a quando hai raggiunto la sufficienza e la capacità di adattarti ai nuovi stimoli e funzionare in modo corretto.

    Già se il 10 % delle persone che conosco dovessero sapere, pensare e agire in questa direzione io sarei la persona più felice del mondo!

    Io sono un tipo molto positivo e un entusiasta della vita e con la testa e con le idee sono ben oltre a questo primo risultato. Voglio far comprendere a tutti che una volta fatto il primo passo verso la propria salute si può fare un gradino verso l’alto sulla scala dell’evoluzione (sono consapevole che non è per tutti).

    Questo passo verso l’evoluzione è la seconda fase del processo ed è quello di andare a ERADICARE  il problema (togliere il problema alla radice)  facendo un lavoro molto più profondo e molto più duraturo per togliere il problema completamente.

    Già qui sarei l’uomo più felice dell’universo, ma ti ripeto, non è per tutti. Solo per i più evoluti.

    Poi visto che sono un “toro” (uno con la testa dura) e con una visione spirituale molto ampia, so che c’è un terzo livello di evoluzione adatto a coloro che possono passare alla terza parte, ovvero chi prende consapevolezza dei cambiamenti ottenuti con  la fase 1 e la fase 2 e che non si accontentano di non avere dolore e vivere in piena salute, ma nel loro profondo hanno compreso che seguendo il metodo possono tornare a vivere come 10 anni prima, come 10 anni fa. Come è possibile? Se hai 50 anni pensa a come digerivi a 40 o a 30, rispetto ad adesso. Pensa a come riposavi a 40 o a 30 e quante ore ti bastavano per recuperare dopo una partita a calcetto, a tennis o dopo una serata dove fai tardi.

    E pensa a come ti muovevi più sciolto 10 ani fa…

    Se pensi che facendo i trattamenti puoi tornare a muoverti, digerire, riposare, giocare e perché no, anche a fare l’amore come 10 anni prima, allora sei pronto per voler accedere a questa fase: il mantenimento della tua condizione di salute ottimale.

    Ed è così che ti ho spiegato il metodo di lavoro che ne è uscito dopo il continuo studio e ricerca sui libri, sui pazienti e continuando a fare corsi di tutti i tipi.

    A questo processo unico poi ho aggiunto una parte molto importante di anamnesi,  tramite una serie di parametri posturali che si ottengono con una valutazione ben precisa e schematizzata, da una spiegazione ottimizzata della situazione del soggetto, una serie di test fisici e  fisiologici e una serie di test di esclusione per comprendere il problema alla radice. Una volta arrivati a questo punto si può decidere di passare al metodo di lavoro:

    • la prima fase o risoluzione della fase acuta,
    • la seconda fase o fase di eradicamento per eradicare il problema,
    • la terza fase o mantenimento per riportare il tuo corpo ad una situazione di lancette del tempo che vada in dietro!

    A tutta queso processo unico di lavoro ho poi dato un nome adeguato, che facesse ben capire l’intenzione: REVERSE AGING®

    Per ultima cosa ho registrato il nome e adesso è marchio registrato!

     

     

     

     

     

     

     

  • Generale
  • Pensieri liberi

     

    Dopo un po’ di mesi torno a scrivere un articolo sul blog, e non per parlare di qualche patologia o di qualche paziente, ma di me. Dei miei pensieri.

    Non è un articolo allegro, ma un insieme di cose che voglio portare alla luce. Sarà magari anche sgrammaticato. Il senso è quello che conta. Il senso profondo.

    Ieri è arrivata una nuova paziente e mi dice: “Sai, ho letto la tua motivazione sulla tua biografia e sono rimasta molto colpita e penso che sia la cosa migliore che possa spingere una persona a  scegliere di venire da te.”

    Questa frase magari l’ho sentita dire diverse volte, soprattutto quando una paziente sta bene e, ringraziandoti, ti dice: “Si vede e e si percepisce che il lavoro che fai ti piace proprio”.

    A volte la do per scontata. Ieri no.

    Perché? Prima di spiegarti il perché ti copio e incollo la mia biografia presa dal mio sito per aiutarti a comprendere a cosa si riferisse la paziente. Alla mia motivazione, che mi spinge a fare questo lavoro.

    www.drmicheleguidi.com/biografia

    [“Nasco a Seregno, in Brianza, il 5 Maggio 1978 e fin da piccolo mi interrogo su questioni molto più grandi di me, ponendomi già in tenera età enormi domande riguardo l’essere umano e la vita stessa. Vita, la mia, che appare un po’ in salita a causa di una problematica di salute in famiglia: la spensieratezza della gioventù viene perciò un po’ appesantita dai pensieri e dalla ricerca di soluzioni possibili per trovare rimedio alla malattia. Negli anni, ho visto l’agire di molti medici e terapisti: tanti con una mission sinceramente orientata al paziente, ma anche un gran numero – purtroppo – che svolgevano la loro professione proiettati soltanto verso se stessi.

    Un giorno, dopo aver assistito all’ennesima visita, avverto una forza esplosiva dentro me e realizzo un pensiero profondo, una mission: voglio diventare colui – che avrei voluto incontrare per mia mamma – che trova la miglior soluzione per la salute delle persone. In quell’istante la mia vita cambia, insieme alla consapevolezza di chi sono veramente e di cosa voglio fare.

    E così, dopo le scuole superiori, per studiare il corpo umano e il suo movimento nelle diverse forme, mi diplomo dapprima all’ISEF e mi laureo in scienze motorie, specializzandomi poi in massofisioterapia e diventando Osteopata dopo un ulteriore percorso durato altri sei anni ai quali ho in seguito aggiunto un biennio di approfondimento sull’applicazione delle Cinque Leggi Biologiche. Studi che prendono in considerazione il corpo in quanto meccanismo complesso e perfetto – e integrato – con delle relazioni importantissime con l’ambiente in cui è inserito.

    La mia formazione è in continuo aggiornamento, non smetterò mai di studiare e andare a fondo delle cose.”]

    Ora ti spiego il perché ieri era una giornata particolare per me.  Perché era il 9 gennaio 2020 ed esattamente 10 anni fa ho visto l’ultima volta la persona che mi ha fatto comprendere molto della vita, delle malattie e tutto ciò che ne fa parte e poi della morte. Detto così può sembrare banale o brutto. Ma se adesso mi trovo qui a scriverlo in questo modo, è perché ho elaborato, letto, studiato, vissuto fino in fondo queste emozioni forti.

    Prima di quegli ultimi giorni, della morte avevo paura, una paura fottuta.

    Da quel giorno lì ho compreso che è la fine di un ciclo, non può che concludersi così. Se qualcosa inizia, deve finire. Se nasciamo, dobbiamo morire. Questa è l’unica certezza della vita. Poi sta a ognuno di noi decidere cosa intendiamo per nascita e morte, inizio e fine.

    Assistendo alla nascita della mia prima figlia l’anno dopo questo avvenimento, ho compreso che la vita non può che iniziare così.

    Si inizia la vita con un’inspirazione e poi si piange, e si finisce con un pianto e poi un espiro.

    All’interno di questo lasso di tempo che passa fra le due azioni,  sta a noi decidere come riempirlo. Di cose belle, di gioia, di amore, di serenità, di salute o di altro.

    Ognuno di noi dovrebbe avere il massimo rispetto di ogni attimo che viviamo, uno dopo l’altro, con la massima consapevolezza sia per noi stessi, sia per gli altri.

    Spero che questa lettura possa averti dato qualche spunto di riflessione.

    Buona giornata.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

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  • 22 Giugno: l’osteopatia festeggia 144 anni

    Siamo giunti oggi al 144° compleanno dell’osteopatia (A. T. Still, 1874) e io faccio i migliori auguri a questa scienza, disciplina, arte, insieme di studi, insieme di pratica, ore di sensibilità, ore di salute, ore di pazienza, ore di sacrifici, ore di gioia, ore e ore di “tanta e tanta roba” da studiare, comprendere e farla entrare prima nella propria testa, poi nelle proprie mani per poi trasmettere tutto questo connubio a tutte le cellule dei pazienti!

    Osteopatia

    Oltre a fare questi auguri con tutto il mio cuore e con tutte le mie cellule, dedico inoltre questo primo compleanno post riconoscimento come professione sanitaria a tutti quelli che:

    osteopatia guidiamo benessere

    • hanno deciso di farsi trattare da un osteopata solo dopo che ci fosse il riconoscimento;
    • hanno sconsigliato ai loro pazienti di farsi trattare in fase acuta perché non conoscevano l’osteopatia;
    • appartengono ad altre categorie o figure professionali che ancora oggi non conoscono l’osteopatia e il valore di quello che si fa;
    •  pensano che l’osteopatia sia costosa, senza sapere quanto gli costerà in futuro il fatto di non andare dall’osteopata;
    • non vanno dall’osteopata perché fanno già attività fisica o stretching;
    • che pensano che l’osteopata curi solo le ossa;
    • hanno aspettato il riconoscimento come professione sanitaria per iscriversi a una scuola di osteopatia e non hanno compreso prima il valore dell’osteopatia stessa.

    E poi a tutte poi le persone invece che:

    • hanno creduto nell’osteopatia fin dall’inizio (sia da terapeuta che da paziente)
    • si sono affidate da subito alle mani di un osteopata
    • hanno diffuso, fatto conoscere, trasmesso il valore dell’osteopatia e le sue grandi  capacità terapeutiche
    • amano prendersi cura di sé, della propria parte emotiva, fisica e spirituale
    • sono capaci di cambiare il proprio punto di vista
    • a tutti i miei pazienti!

    osteopatia

    AUGURI SALUTE!!

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