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  • Cosa Serve Per Curarsi?

    curarsi, guarire
    Qualche giorno fa stavo facendo un trattamento con una paziente e, per aiutarla, le ho raccontato un aneddoto della mia vita accaduto 20 anni fa che riguardava la salute. Da questo racconto è nato un dialogo stupendo e profondo sull’importanza di ciò che è fondamentale nella vita, e delle poche cose che ci servono per vivere una vita stupenda e ricca di bellezza.

    Ad un certo punto mi viene chiesto se secondo me chi ha tanti soldi ha la possibilità di curarsi di più o meglio, e se in certi casi può salvarsi perché ha tanti soldi.

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  • Metodo Reverse Aging®, tra 1 anno 10 anni in meno! Sei pronto?

    Mantieniti in salute e ringiovanisci attraverso il Metodo registrato di osteopatia Reverse Aging®. Con costanza tra 1 anno avrai 10 anni in meno.

     

    Qualche tempo fa in studio ho visto uno sportivo, un ragazzo quarantenne con problemi di frequenti distorsioni alle caviglie e dolore lombare.

    Vado subito al nocciolo della questione.

    La prima fotografia rappresenta la sua postura pre-seduta, la seconda invece la sua postura dopo la seduta.

    postura prima del trattamento
    postura dopo il primo trattamento

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    Quale magia abbiamo fatto per arrivare a un risultato così eclatante, riportando il Trago (l’orecchio) indietro di 15 centimetri, ovvero nella sua posizione ottimale?

    Nessuna magia, abbiamo lavorato sulla causa del suo squilibrio e in 1 sola seduta la situazione è cambiata completamente. Ti aiuto a comprendere delle cose.

    Prova a pensare allo spostamento di 1 millimetro di “qualcosa” all’interno del corpo, e immagina cosa possa comportare sulla postura: sì, hai letto bene, 1 millimetro. Pensa adesso a 1 centimetro di sbilanciamento del corpo, pensa di 5 centimetri, pensa di 10 centimetri.. e pensa di 15 centimetri! Cosa succede all’interno del corpo? Alla compressione irregolare e non fisiologica sulle articolazioni, alla compressione che subiscono i visceri e al lavoro eccessivo che devono fare per funzionare in modo corretto per portare sangue arterioso e per drenare il sangue venoso.

    Sai che un dolore è dato da un insufficiente apporto arterioso (di ossigeno) oppure da troppo sangue in una zona (congestione venosa)?

    Analizziamo la prima fotografia e cerchiamo di capire a livello degli organi quali possono essere i problemi di un carico in una postura così squilibrata in avanti, una postura anteriore.

    La linea verde rappresenta la linea di carico teorica corretta o linea trago-trocanterica.

    La risultante del carico in una postura corretta cade fra l’ano e i testicoli nell’uomo e fra l’ano e la vagina nella donna, in un punto molto resistente alle pressioni che si chiama perineo.

    Se la postura è anteriore, la risultante del carico cade anteriormente (ovvero in avanti) e aumenta moltissimo la pressione a livello degli organi anteriori del piccolo bacino con tutte le problematiche del pavimento pelvico. Nella donna si avranno problematiche di cistiti, prolassi vaginali, problemi di iperpressione e incontinenza, ernie inguinali (questi sono solo alcuni dei problemi che possono insorgere).

    Negli uomini troveremo invece varicocele, ernie inguinali, problemi di iperpressione e incontinenza, problemi di erezione (solo per elencare i più noti).

    Quindi ti sto dicendo che la fisiologia interna e gli organi funzionano in modo diverso se hai una certa postura? Certamente sì! Per me è normale, ma quando spiego durante la seduta questa cosa ai pazienti e ne prendono consapevolezza, mi guardano come se avessi detto qualcosa di incredibile.

    Il corpo è intelligentissimo e cerca e trova tutti gli adattamenti possibili per non soffrire (fino a quando ce la fa) e solo quando è al limite estremo il corpo “si fa sentire” e “ti fa sentire” un dolore.

    Perché non ascoltiamo mai le sensazioni del nostro corpo? Perché se abbiamo un dolore, pensiamo: “Come è venuto poi passerà?”

    Facciamo un esempio: se tu buchi la gomma della macchina, pensi che continuando a usarla o a usarla un pò meno (“Sono stato un po’ a riposo ma non è cambiato il dolore”- sono le cose che mi sento dire dai pazienti-) la gomma ruota si aggiusti da sola? Come fa da sola a togliersi il chiodo, chiudere il buco e rigonfiarsi alle giuste atmosfere? E perché il corpo dovrebbe fare lo stesso? Ti ho scritto poche righe fa che i corpo prima di farti sentire un dolore compensa in tutti i modi e solo in casi estremi ti fa sentire che ha bisogno un meccanico (osteopata!). Quando hai un dolore ascolta il tuo corpo! Vieni subito in studio a fare la manutenzione urgente alla super-macchina che sei!

    Queto è il primo punto che devi affrontare quando hai in dolore, e credimi che non stai facendo una cosa da super eroe, stai facendo il minimo necessario per riportarti a una situazione di  sufficienza. Diciamo che questa prima fase la chiamiamo risoluzione della fase acuta e si protrae fino a quando hai raggiunto la sufficienza e la capacità di adattarti ai nuovi stimoli e funzionare in modo corretto.

    Già se il 10 % delle persone che conosco dovessero sapere, pensare e agire in questa direzione io sarei la persona più felice del mondo!

    Io sono un tipo molto positivo e un entusiasta della vita e con la testa e con le idee sono ben oltre a questo primo risultato. Voglio far comprendere a tutti che una volta fatto il primo passo verso la propria salute si può fare un gradino verso l’alto sulla scala dell’evoluzione (sono consapevole che non è per tutti).

    Questo passo verso l’evoluzione è la seconda fase del processo ed è quello di andare a ERADICARE  il problema (togliere il problema alla radice)  facendo un lavoro molto più profondo e molto più duraturo per togliere il problema completamente.

    Già qui sarei l’uomo più felice dell’universo, ma ti ripeto, non è per tutti. Solo per i più evoluti.

    Poi visto che sono un “toro” (uno con la testa dura) e con una visione spirituale molto ampia, so che c’è un terzo livello di evoluzione adatto a coloro che possono passare alla terza parte, ovvero chi prende consapevolezza dei cambiamenti ottenuti con  la fase 1 e la fase 2 e che non si accontentano di non avere dolore e vivere in piena salute, ma nel loro profondo hanno compreso che seguendo il metodo possono tornare a vivere come 10 anni prima, come 10 anni fa. Come è possibile? Se hai 50 anni pensa a come digerivi a 40 o a 30, rispetto ad adesso. Pensa a come riposavi a 40 o a 30 e quante ore ti bastavano per recuperare dopo una partita a calcetto, a tennis o dopo una serata dove fai tardi.

    E pensa a come ti muovevi più sciolto 10 ani fa…

    Se pensi che facendo i trattamenti puoi tornare a muoverti, digerire, riposare, giocare e perché no, anche a fare l’amore come 10 anni prima, allora sei pronto per voler accedere a questa fase: il mantenimento della tua condizione di salute ottimale.

    Ed è così che ti ho spiegato il metodo di lavoro che ne è uscito dopo il continuo studio e ricerca sui libri, sui pazienti e continuando a fare corsi di tutti i tipi.

    A questo processo unico poi ho aggiunto una parte molto importante di anamnesi,  tramite una serie di parametri posturali che si ottengono con una valutazione ben precisa e schematizzata, da una spiegazione ottimizzata della situazione del soggetto, una serie di test fisici e  fisiologici e una serie di test di esclusione per comprendere il problema alla radice. Una volta arrivati a questo punto si può decidere di passare al metodo di lavoro:

    • la prima fase o risoluzione della fase acuta,
    • la seconda fase o fase di eradicamento per eradicare il problema,
    • la terza fase o mantenimento per riportare il tuo corpo ad una situazione di lancette del tempo che vada in dietro!

    A tutta queso processo unico di lavoro ho poi dato un nome adeguato, che facesse ben capire l’intenzione: REVERSE AGING®

    Per ultima cosa ho registrato il nome e adesso è marchio registrato!

     

     

     

     

     

     

     

  • Generale
  • Pensieri liberi

     

    Dopo un po’ di mesi torno a scrivere un articolo sul blog, e non per parlare di qualche patologia o di qualche paziente, ma di me. Dei miei pensieri.

    Non è un articolo allegro, ma un insieme di cose che voglio portare alla luce. Sarà magari anche sgrammaticato. Il senso è quello che conta. Il senso profondo.

    Ieri è arrivata una nuova paziente e mi dice: “Sai, ho letto la tua motivazione sulla tua biografia e sono rimasta molto colpita e penso che sia la cosa migliore che possa spingere una persona a  scegliere di venire da te.”

    Questa frase magari l’ho sentita dire diverse volte, soprattutto quando una paziente sta bene e, ringraziandoti, ti dice: “Si vede e e si percepisce che il lavoro che fai ti piace proprio”.

    A volte la do per scontata. Ieri no.

    Perché? Prima di spiegarti il perché ti copio e incollo la mia biografia presa dal mio sito per aiutarti a comprendere a cosa si riferisse la paziente. Alla mia motivazione, che mi spinge a fare questo lavoro.

    www.drmicheleguidi.com/biografia

    [“Nasco a Seregno, in Brianza, il 5 Maggio 1978 e fin da piccolo mi interrogo su questioni molto più grandi di me, ponendomi già in tenera età enormi domande riguardo l’essere umano e la vita stessa. Vita, la mia, che appare un po’ in salita a causa di una problematica di salute in famiglia: la spensieratezza della gioventù viene perciò un po’ appesantita dai pensieri e dalla ricerca di soluzioni possibili per trovare rimedio alla malattia. Negli anni, ho visto l’agire di molti medici e terapisti: tanti con una mission sinceramente orientata al paziente, ma anche un gran numero – purtroppo – che svolgevano la loro professione proiettati soltanto verso se stessi.

    Un giorno, dopo aver assistito all’ennesima visita, avverto una forza esplosiva dentro me e realizzo un pensiero profondo, una mission: voglio diventare colui – che avrei voluto incontrare per mia mamma – che trova la miglior soluzione per la salute delle persone. In quell’istante la mia vita cambia, insieme alla consapevolezza di chi sono veramente e di cosa voglio fare.

    E così, dopo le scuole superiori, per studiare il corpo umano e il suo movimento nelle diverse forme, mi diplomo dapprima all’ISEF e mi laureo in scienze motorie, specializzandomi poi in massofisioterapia e diventando Osteopata dopo un ulteriore percorso durato altri sei anni ai quali ho in seguito aggiunto un biennio di approfondimento sull’applicazione delle Cinque Leggi Biologiche. Studi che prendono in considerazione il corpo in quanto meccanismo complesso e perfetto – e integrato – con delle relazioni importantissime con l’ambiente in cui è inserito.

    La mia formazione è in continuo aggiornamento, non smetterò mai di studiare e andare a fondo delle cose.”]

    Ora ti spiego il perché ieri era una giornata particolare per me.  Perché era il 9 gennaio 2020 ed esattamente 10 anni fa ho visto l’ultima volta la persona che mi ha fatto comprendere molto della vita, delle malattie e tutto ciò che ne fa parte e poi della morte. Detto così può sembrare banale o brutto. Ma se adesso mi trovo qui a scriverlo in questo modo, è perché ho elaborato, letto, studiato, vissuto fino in fondo queste emozioni forti.

    Prima di quegli ultimi giorni, della morte avevo paura, una paura fottuta.

    Da quel giorno lì ho compreso che è la fine di un ciclo, non può che concludersi così. Se qualcosa inizia, deve finire. Se nasciamo, dobbiamo morire. Questa è l’unica certezza della vita. Poi sta a ognuno di noi decidere cosa intendiamo per nascita e morte, inizio e fine.

    Assistendo alla nascita della mia prima figlia l’anno dopo questo avvenimento, ho compreso che la vita non può che iniziare così.

    Si inizia la vita con un’inspirazione e poi si piange, e si finisce con un pianto e poi un espiro.

    All’interno di questo lasso di tempo che passa fra le due azioni,  sta a noi decidere come riempirlo. Di cose belle, di gioia, di amore, di serenità, di salute o di altro.

    Ognuno di noi dovrebbe avere il massimo rispetto di ogni attimo che viviamo, uno dopo l’altro, con la massima consapevolezza sia per noi stessi, sia per gli altri.

    Spero che questa lettura possa averti dato qualche spunto di riflessione.

    Buona giornata.