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    Dopo un po’ di mesi torno a scrivere un articolo sul blog, e non per parlare di qualche patologia o di qualche paziente, ma di me. Dei miei pensieri.

    Non è un articolo allegro, ma un insieme di cose che voglio portare alla luce. Sarà magari anche sgrammaticato. Il senso è quello che conta. Il senso profondo.

    Ieri è arrivata una nuova paziente e mi dice: “Sai, ho letto la tua motivazione sulla tua biografia e sono rimasta molto colpita e penso che sia la cosa migliore che possa spingere una persona a  scegliere di venire da te.”

    Questa frase magari l’ho sentita dire diverse volte, soprattutto quando una paziente sta bene e, ringraziandoti, ti dice: “Si vede e e si percepisce che il lavoro che fai ti piace proprio”.

    A volte la do per scontata. Ieri no.

    Perché? Prima di spiegarti il perché ti copio e incollo la mia biografia presa dal mio sito per aiutarti a comprendere a cosa si riferisse la paziente. Alla mia motivazione, che mi spinge a fare questo lavoro.

    www.drmicheleguidi.com/biografia

    [“Nasco a Seregno, in Brianza, il 5 Maggio 1978 e fin da piccolo mi interrogo su questioni molto più grandi di me, ponendomi già in tenera età enormi domande riguardo l’essere umano e la vita stessa. Vita, la mia, che appare un po’ in salita a causa di una problematica di salute in famiglia: la spensieratezza della gioventù viene perciò un po’ appesantita dai pensieri e dalla ricerca di soluzioni possibili per trovare rimedio alla malattia. Negli anni, ho visto l’agire di molti medici e terapisti: tanti con una mission sinceramente orientata al paziente, ma anche un gran numero – purtroppo – che svolgevano la loro professione proiettati soltanto verso se stessi.

    Un giorno, dopo aver assistito all’ennesima visita, avverto una forza esplosiva dentro me e realizzo un pensiero profondo, una mission: voglio diventare colui – che avrei voluto incontrare per mia mamma – che trova la miglior soluzione per la salute delle persone. In quell’istante la mia vita cambia, insieme alla consapevolezza di chi sono veramente e di cosa voglio fare.

    E così, dopo le scuole superiori, per studiare il corpo umano e il suo movimento nelle diverse forme, mi diplomo dapprima all’ISEF e mi laureo in scienze motorie, specializzandomi poi in massofisioterapia e diventando Osteopata dopo un ulteriore percorso durato altri sei anni ai quali ho in seguito aggiunto un biennio di approfondimento sull’applicazione delle Cinque Leggi Biologiche. Studi che prendono in considerazione il corpo in quanto meccanismo complesso e perfetto – e integrato – con delle relazioni importantissime con l’ambiente in cui è inserito.

    La mia formazione è in continuo aggiornamento, non smetterò mai di studiare e andare a fondo delle cose.”]

    Ora ti spiego il perché ieri era una giornata particolare per me.  Perché era il 9 gennaio 2020 ed esattamente 10 anni fa ho visto l’ultima volta la persona che mi ha fatto comprendere molto della vita, delle malattie e tutto ciò che ne fa parte e poi della morte. Detto così può sembrare banale o brutto. Ma se adesso mi trovo qui a scriverlo in questo modo, è perché ho elaborato, letto, studiato, vissuto fino in fondo queste emozioni forti.

    Prima di quegli ultimi giorni, della morte avevo paura, una paura fottuta.

    Da quel giorno lì ho compreso che è la fine di un ciclo, non può che concludersi così. Se qualcosa inizia, deve finire. Se nasciamo, dobbiamo morire. Questa è l’unica certezza della vita. Poi sta a ognuno di noi decidere cosa intendiamo per nascita e morte, inizio e fine.

    Assistendo alla nascita della mia prima figlia l’anno dopo questo avvenimento, ho compreso che la vita non può che iniziare così.

    Si inizia la vita con un’inspirazione e poi si piange, e si finisce con un pianto e poi un espiro.

    All’interno di questo lasso di tempo che passa fra le due azioni,  sta a noi decidere come riempirlo. Di cose belle, di gioia, di amore, di serenità, di salute o di altro.

    Ognuno di noi dovrebbe avere il massimo rispetto di ogni attimo che viviamo, uno dopo l’altro, con la massima consapevolezza sia per noi stessi, sia per gli altri.

    Spero che questa lettura possa averti dato qualche spunto di riflessione.

    Buona giornata.